Stranieri e disuguali, la Ministra Cécile Kyenge chiude i lavori dell’incontro di presentazione del “Rapporto sulle disuguaglianze nei diritti e nelle condizioni di vita degli immigrati”.
Presentato a Torino il volume di Saraceno, Sciortino e Sartor edito da Il Mulino
Torino, 14 ottobre 2013 – Oggi a Torino, alla presenza del Ministro per l’integrazione, Cécile Kyenge, che ha concluso i lavori, è stato presentato il “Rapporto sulle disuguaglianze nei diritti e nelle condizioni di vita degli immigrati”, pubblicato nel volume “Stranieri e disuguali”, a cura di Chiara Saraceno, che ha coordinato il dibattito, Giuseppe Sciortino, che ha presentato i risultati del Rapporto e Nicola Sartor (ed. Il Mulino, 2013). Il Rapporto, giunto quest’anno alla quarta edizione, è il risultato di un progetto pluriennale di ricerca della Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali, realizzato con il contributo della Compagnia di San Paolo. Dopo le introduzioni di Luciano Guerzoni, presidente della Fondazione Gorrieri, e di Sergio Chiamparino, presidente della Compagnia di San Paolo, e la presentazione dei risultati del Rapporto, sono intervenuti nel dibattito Tiziana Caponio, dell’università di Torino, ricercatrice del Forum internazionale ed europeo di ricerche sull’immigrazione (Fieri), don Fredo Olivero, già responsabile della Pastorale migranti della diocesi di Torino, e Tonia Mastrobuoni, giornalista de La Stampa.
Al di là della drammaticità degli eventi di questi giorni, che hanno riportato la questione migratoria al centro del confronto politico e culturale, in Italia e in Europa, il Rapporto evidenzia come la presenza di circa quattro milioni di residenti stranieri sia ormai un elemento quotidiano e permanente dello spazio urbano e, in misura crescente, di quello rurale. Si tratta di una popolazione composta da individui giunti in Italia da lustri, se non da decenni. E, sempre più spesso, da individui che sono stranieri ma non immigrati: figli e talvolta nipoti di immigrati, nati e cresciuti in Italia. Fra le conclusioni socialmente e politicamente più rilevanti cui il Rapporto perviene, quella secondo cui in un paese come l’Italia, caratterizzato da scarsa mobilità sociale e da un forte peso delle origini sociali sulle chances di vita, la concentrazione degli stranieri nel segmento più vulnerabile della popolazione pone interrogativi che coinvolgono non tanto le politiche migratorie in sé, quanto - più in generale - quelle economiche e sociali e la complessiva riforma del welfare.
Il Rapporto analizza e documenta l’esistenza di disuguaglianze pervasive e sistematiche tra la popolazione straniera e quella italiana in tutti i settori: il reddito da lavoro e la collocazione nel mercato del lavoro, l’esposizione al rischio di povertà, le condizioni abitative, la formazione scolastica e la prevenzione nella salute. Per quello che riguarda, in particolare, la situazione economica, le famiglie straniere risultano avere un reddito sistematicamente più basso di quello italiano medio. Le retribuzioni medie dei lavoratori stranieri risultano inferiori a quelle degli italiani di oltre un quinto. Se si considera il reddito familiare disponibile, lo svantaggio rispetto agli italiani quasi si raddoppia, salendo al 40 per cento. Quanto alla situazione di povertà, oltre la metà dei minori stranieri vive in famiglie povere. Complessivamente, risulta a rischio di povertà o in grave deprivazione materiale il 58 per cento delle persone che vivono in famiglie di soli stranieri con cittadinanza di paesi a sviluppo non avanzato. Diseguaglianze di non minore entità fra gli stranieri regolarmente residenti - su cui si concentra il Rapporto – e gli italiani si registrano per la collocazione nel mercato del lavoro, per l’accesso all’abitazione e nel campo scolastico. In conclusione - rileva il Rapporto - una domanda di lavoro a bassa qualificazione seleziona le caratteristiche degli immigrati, che vanno così ad ingrossare il segmento più vulnerabile della popolazione. Ciononostante, soprattutto nella prima generazione, essi contribuiscono al bilancio pubblico più di quanto ricevano sotto forma di trasferimenti e servizi.
Il Rapporto, frutto di un lavoro che ha impegnato per un biennio quasi cinquanta studiosi, è stato elaborato nell’ambito dell’“Osservatorio sulle disuguaglianze sociali”, che è un progetto di ricerca pluriennale promosso dalla Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali, in collaborazione con il Centro di analisi delle politiche pubbliche dell’università di Modena e Reggio Emilia e con il Centro di ricerca interdipartimentale sulla distribuzione del reddito «C. Dagum» dell’università di Siena. Alla realizzazione del Rapporto ha collaborato anche il Forum internazionale ed europeo di ricerche sull’immigrazione (Fieri). Il lavoro di ricerca e la pubblicazione del volume sono stati resi possibili grazie al contributo della Compagnia di San Paolo.
I curatori della ricerca e del volume
Chiara Saraceno, honorary fellow del Collegio Carlo Alberto di Torino. Già professore di Sociologia della famiglia all’università di Torino e professore di ricerca al Wissenschaftszentrum für Sozialforschung di Berlino.
Nicola Sartor, professore di Scienza delle finanze all’università di Verona. È stato sottosegretario al ministero dell’Economia dal 2006 al 2008.
Giuseppe Sciortino, professore di Sociologia del mutamento all’università di Trento.
www.fondazionegorrieri.it
www.compagniadisanpaolo.it
www.disuguaglianzesociali.it