LETTURA ESTIVA ERMANNO GORRIERI SULLA RESISTENZA - Sabato 9 settembre 2023 – ore 17:30 – Rocca di Montefiorino

PAOLO POMBENI - “DALLA ‘MORTE DELLA PATRIA’ ALLA REPUBBLICA FONDATA SUL LAVORO” 

Sabato 9 settembre alle ore 17.30 si terrà nella rocca di Montefiorino la cerimonia annuale che ricorda la partecipazione di quelle terre alla lotta partigiana. Come di consueto è prevista una relazione sui temi che hanno connotato l’Italia e la zona di Montefiorino in quegli anni fatali e drammatici per il nostro Paese.

A tenere la relazione per questa edizione è stato invitato il prof. Paolo Pombeni, professore emerito di Storia Contemporanea all’Università di Bologna, ma anche attuale presidente della Fondazione Gorrieri (ed è noto a tutti quanto la figura di resistente di Ermanno Gorrieri sia stata centrale nella storia della repubblica partigiana di Montefiorino).

Quest’anno ricorrono due anniversari che invitano a riflettere: gli 80 anni dalla crisi del periodo 25 luglio-8 settembre 1943 ed i 75 anni dalla entrata in vigore della Carta Costituzionale della repubblica italiana. Essi segnano l’inizio della fase resistenziale e la sua conclusione con la piena instaurazione di quel nuovo regime politico democratico che aveva costituito l’obiettivo della lotta partigiana e più in generale di tutte le forme di quella al nazifascismo.

Per questa ragione il prof. Pombeni ha scelto come tema del suo intervento: “Dalla ‘morte della patria’ alla repubblica fondata sul lavoro”.  È partito dal considerare la nota polemica che vedeva nel crollo successivo prima del regime fascista e poi del sistema istituzionale monarchico con la vergognosa fuga del re da Roma una sorta di fine della patria italiana. Al contrario quello fu il momento in cui forze politiche e culture radicate nella storia dell’Italia unita si riappropriarono direttamente del ruolo di “patrioti”, come i resistenti vollero chiamarsi in più occasioni. La forza di quelle radici, che in parte il fascismo sia pure in maniera contorta aveva pensato di espropriare a proprio favore, sta alla base della continuità non tanto dello “Stato” come istituzione burocratica, ma dell’identità dell’appartenenza di un popolo ad una comunità di destini che si era incarnata in uno stato-nazione.

Quando si trattò di dare una forma a quella “repubblica” (cioè allo stato-nazione di tutti) nella nuova Carta fondamentale si pose il problema di dove collocarne il fondamento. La relazione mostra come la scelta di farlo con la nozione di “lavoro” (anziché banalmente “lavoratori”) sia carica di significati: richiama il fatto che la costruzione della comunità politica, che dovrà essere solidale e basata sulla sovranità popolare, parte ma soprattutto deve continuare ogni giorno grazie all’apporto creativo e motivato che nelle varie forme danno tutti i suoi membri. Appunto si fa comunità politica (e non solo) grazie al “lavoro” che crea non solo benessere, ma eguaglianza e fratellanza nella libertà secondo il vecchio ma sempre attuale motto delle origini del costituzionalismo.

Una lezione che Montefiorino intende riproporre ogni anno, perché continuiamo ad avere bisogno di riconoscerci in questa eredità.