La gioventù e il periodo bellico. La Resistenza

Ermanno Gorrieri nasce a Magreta il 26 novembre 1920. Il padre è coltivatore diretto, la madre maestra.

Si trasferisce nel 1928 a Modena dove rimane fino alla morte. Nel 1938 inizia gli studi universitari nella Facoltà di Chimica dell’Università di Modena, poi abbandonata per passare a Giurisprudenza, in cui otterrà la laurea nel 1950. Nel 1935 entra nell’Associazione studenti medi di Azione Cattolica (“Paradisino”) della quale è Presidente dal 1937 al 1942. Si iscrive e partecipa all’attività della FUCI (Federazione universitari cattolici italiani). E’ delegato diocesano studenti della Giac (Gioventù italiana di Azione Cattolica).

Le Associazioni giovanili di Azione Cattolica di quegli anni, quanto meno il Paradisino e la Fuci, sono isole a-fasciste, lasciate vivere in pace (salvo gli incidenti del 1938) a condizione che si mantengano estranee ad ogni interesse politico e sociale. Sono scuole di formazione al rigore morale, educano a vivere intensi e duraturi rapporti amicali e di gruppo, sviluppano le attitudini organizzative. Queste caratteristiche favoriranno in seguito la partecipazione non individuale ed episodica alla Resistenza e all’impegno politico. Nello stesso tempo però, la totale mancanza delle più elementari conoscenze in materia politica e sociale costituirà per i giovani un grave handicap quando, al declinare del fascismo, sentiranno il dovere di impegnarsi in campi nuovi per i quali sono impreparati.

Gorrieri è chiamato alle armi nel Corpo degli Alpini, nell’agosto 1942. Nominato sottotenente nell’agosto successivo, l’8 settembre si trova a Magreta in licenza. Organizza, con altri giovani, il recupero di armi a Formigine e Fiorano e crea depositi di armi ed equipaggiamenti sull’Appennino.

Partecipa alla fondazione del Movimento giovanile per la resistenza e la rinascita, composto da giovani cattolici e laici (Partito d’azione e socialisti) e cura la stampa clandestina del Foglio del movimento.

Nel 1943 è nominato rappresentante della Democrazia Cristiana nel Comitato militare, organo del CLN. Organizza gruppi segreti di giovani cattolici, che diffondono stampa clandestina, svolgono piccole attività di sabotaggio e collaborano con Don Elio Monari nel salvataggio di militari alleati e soprattutto di ebrei.

Nell’aprile del 1944 sfugge alla cattura da parte della polizia fascista e, in maggio, guida in montagna il primo nucleo partigiano democristiano. Il battaglione che si è sviluppato dal nucleo iniziale, di cui è comandante col nome di battaglia “Claudio”, partecipa ad operazioni varie, prima e dopo la conquista di Montefiorino, e, alla fine dei 45 giorni della Repubblica, al più lungo ed impegnativo combattimento dei partigiani modenesi. Viene nominato comandante della 27a Brigata Garibaldi “Antonio Ferrari”, di composizione mista (democristiani, partito d’azione, comunisti). Nel novembre 1944, dopo il passaggio oltre il fronte di gran parte dei partigiani, partecipa al Convegno di Civago, in cui i comandanti rimasti e i rappresentanti dei partiti concordano il nuovo assetto della Divisione Modena Montagna, al comando del democristiano Lino (Luigi Paganelli) e la costituzione del CNL della Montagna, presieduto dal democristiano Giovanni (Manfredi). Da quel momento, pur facendo la spola fra la montagna e la pianura, dedica prevalente attenzione a quest’ultima (dove, fra l’altro, viene catturato a Formigine e riesce a fuggire). Promuove e coordina l’organizzazione delle formazioni armate democristiane della pianura, le quali, riunite sotto il nome di Brigata Italia Pianura, parteciperanno ai combattimenti del 21-23 aprile al momento della Liberazione.

Il periodo di impegno sociale e politico

Nel maggio 1945 è segretario provinciale della Democrazia Cristiana, carica che riassume nell’ottobre successivo, a seguito della vittoria della lista dei ‘giovani’ nel primo Congresso provinciale; a Presidente della DC modenese viene eletto Alessandro Coppi. Nel comune impegno delle loro persone si compie la definitiva saldatura fra la generazione dei Popolari e quella dei giovani dell’Azione Cattolica, il cui incontro, auspice Don Monari, aveva preso avvio fin dagli esordi della Resistenza e si era sviluppato nella partecipazione alla lotta partigiana.

Dopo il referendum e le elezioni per la Costituente (giugno 1946) Gorrieri sposa la staffetta partigiana Vittoria Bucciarelli (che gli darà sei figli) e lascia la carica di segretario, che viene assunta da Paganelli fino al secondo Congresso (ottobre 1946) nel quale la lista degli ‘anziani’ vince e porta alla segreteria Attilio Bartole.

Nel marzo 1947 (quando, già dall’ottobre 1946, è presidente del CIS -Comitato di intesa sindacale tra DC, ACLI, ACI, CIF, Coldiretti, Unione Cooperative, per il sostegno della corrente sindacale cristiana della Camera del lavoro unitaria) è membro della Segreteria Provinciale della Camera del Lavoro (fino al giugno dello stesso anno) e della Commissione Esecutiva e del Consiglio Generale dei sindacati e delle leghe della stessa, fino alla fine del luglio 1948.

Resta membro della giunta esecutiva della Democrazia Cristiana di Modena fino all’ottobre 1954 (salvo l’intervallo del 1949) ed è sempre eletto delegato ai congressi nazionali della DC fino a tutti gli anni settanta.

Nel 1948 (dopo l’uscita della corrente sindacale cristiana della CGIL) è tra i promotori dei ‘Sindacati liberi’ e della Unione Provinciale della LCGIL, della quale è segretario fino alla fine dell’aprile 1950, quando è eletto Segretario della Unione Provinciale della CISL, per restare tale fino al 1958. Dal 1948 al 1950 è membro del consiglio nazionale delle ACLI.

E’ membro del consiglio della Unione Provinciale delle Cooperative dal 1947 di cui è Vice Presidente dal 1948 e Presidente dal 1951 fino al 1967 (salvo un intervallo, dal 1960 al 1963).

E’ deputato al Parlamento per la D.C. nel quinquennio 1958-1963, membro della commissione agricoltura. E’ dirigente dell’Ufficio Cooperazione della Direzione Nazionale della D.C. Dal 1966 è membro del Consiglio Nazionale della DC, fino a tutti gli anni settanta. Rinuncia alla ricandidatura nel 1963 per dedicare maggiore impegno nelle organizzazioni locali. Dal giugno 1966, per cinque anni, è segretario regionale della DC dell’Emilia-Romagna, membro del Comitato regionale per la programmazione economica (1968-69).In quel tempo coordina e pubblica il ‘Piano di sviluppo dell’Emilia-Romagna’ in 8 volumi, opera fondamentale per lo sviluppo successivo della Regione.

E’ del 1966 la pubblicazione per il Mulino di Bologna del volume “La repubblica di Montefiorino” che segna l’inizio di una visione critico-storica del periodo della Resistenza.

Dal 1970 al 1975 è consigliere regionale dell’Emilia-Romagna.

Dal 1977, per ragioni di salute, è costretto a ridurre notevolmente la sua attività.

Gli studi di politica sociale

Già dal 1972 si prodiga allo studio dei fenomeni economici riferiti al lavoro, alla famiglia e allo stato sociale in generale. Nel 1972 pubblica il volume La giungla retributiva, testo fondamentale per lo studio dei fenomeni retributivi e di disuguaglianza sociale. Nel 1979 pubblica il volume "La giungla dei bilanci familiari" introducendo il concetto di famiglia nei fenomeni sociali.

Dal 1980 al 1982 è presidente della ‘Commissione nazionale per i problemi della famiglia’ presso il Ministero del Lavoro; nel biennio 1984-85 è presidente della “Commissione d’indagine sulla povertà” presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Nel 1987 viene chiamato a ricoprire la carica di Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale nel governo Fanfani (aprile-luglio 1987). Nel 1988 è nominato presidente della ‘Commissione per l’analisi dell’impatto sociale dei provvedimenti normativi’ presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Tale commissione rimane in funzione fino al febbraio del 1989.

Nel 1990 accetta di candidarsi al Consiglio Comunale di Pievepelago, piccolo comune dell’Appennino modenese ove è solito trascorrere le vacanze estive.

Nel 1992 e nel 1993 partecipa a diverse iniziative per un radicale rinnovamento della Dc e al movimento referendario di Mario Segni.

Nel 1993 dà vita, assieme a Pierre Carniti, al movimento politico dei ‘Cristiano-sociali’ di cui diviene portavoce e Presidente.

Nonostante i gravi problemi di salute, che lo costringono a lunghi periodi di rallentamento della attività, continua a studiare i problemi dello stato sociale (con particolare riferimento alla povertà, alle pensioni, agli assegni al nucleo familiare, agli interventi economici per la famiglia e per tutto quanto interessi le disuguaglianze nella società). In questi anni produce diversi studi sui suddetti problemi, per propria iniziativa o per conto di entità politiche o amministrative nazionali e locali. Collabora anche con i principali giornali e riviste nazionali producendo articoli e dando interviste sugli argomenti di cui sopra. Partecipa anche a diverse trasmissioni televisive e radiofoniche.

Il giorno 8 marzo 1999, presso l’Università di Trento gli viene attribuita la laurea honoris causa in sociologia a riconoscimento della sua lunga carriera di studioso di problemi sociali. Durante la cerimonia Gorrieri tiene una lectio brevis sul tema: “Uguaglianza: una parola in disuso”.

Il giorno 14 dicembre 2000 il Presidente della repubblica, Ciampi, durante un incontro al Quirinale, gli conferisce la nomina a Cavaliere di Gran Croce, massima onorificenza della repubblica, per i meriti nel campo politico e sociale.

Nel 2002, dopo alcuni anni di studi, pubblica il volume "Parti uguali fra disuguali" con l’editore il Mulino di Bologna. Si tratta di un compendio delle sue idee sulla povertà, sulla disuguaglianza e sulle politiche redistributive nell’Italia di oggi.

L’ultima sua fatica editoriale è il volume “Ritorno a Montefiorino” sempre per la casa editrice il Mulino (2005), ove, assieme alla nipote Giulia Bondi, compie un’accurata rivisitazione de “La repubblica di Montefiorino” del 1966 aggiungendo diverse considerazioni sul periodo post-bellico nel territorio modenese.

Muore a Modena il 29 dicembre 2004.